martedì 9 agosto 2016

“Russia e Italia, patria dell’anima” di Federico Mussano (“Leggere Tutti”, n. 105, Luglio-agosto 2016, pagg. 35-36)






Si trovava in Svizzera Gogol ma non partiva, indugiava nell’intraprendere il viaggio che l’avrebbe portato a Roma. Forse lo scrittore era poco attratto dalla città eterna? O forse l’averla già vista e visitata una volta gli era stato più che sufficiente? No, assolutamente: in Svizzera si era trattenuto più del previsto solo a causa del colera ma non vedeva l’ora di partire per Roma, per l’Italia che definirà «la patria della mia anima, lì ha vissuto la mia anima ancora prima che nascessi». Come sottolinea  Davide Romano in questo libro che indaga sullo sconfinato e perpetuo tema dei rapporti italo-russi nella storia e nella cultura, Gogol ritrovava nelle vocianti vie trasteverine quell’atmosfera da vertep ucraino della sua giovinezza. Un altro russo che visse a Roma (e conobbe bene Gogol) fu il pittore Ivanov, acuto osservatore della realtà romana con una sensibilità etnografica ben resa da “Festa d’ottobre al Testaccio” e altre opere.
La presenza dei russi a Roma rappresenta solo una parte dei significativi rapporti tra Russia e Italia: assai importante ad esempio il viaggio di I. I. Čemodanov, l’incaricato diplomatico che nel 1656 trascorse nove settimane tra Venezia, Bologna e Firenze (ma anche Pisa e Livorno) aprendo la strada al successivo invio da parte dello zar di una missione di ben ventinove rappresentanti, missione che gettò le basi per importanti accordi commerciali con il granduca toscano. Il testo si spinge fino ai giorni nostri concludendosi con il paragrafo “La tradizione e l’immagine di oggi” sottolineando il ruolo delle traduzioni come mediatrici tra le culture. 

Davide Romano, “Bagnarsi di sole, nutrirsi di arte. L’Italia vista dai russi”, Ex libris, 2015, pp. 64, euro 10,00

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