In
libreria il saggio di Giovanni Daniele Cereda “L’opera dello Spirito Santo
nella santificazione del credente”,
Edizioni Ex Libris, collana Accademia, pagine 272, prezzo euro 16,00 (ISBN:
978-88-96867-07-5)
La
spiritualità wesleyana ha apportato una ventata di fiducia e di ottimismo nella
teologia cristiana protestante del XVIII secolo ancora impastoiata in
concezioni medievali di una Grazia divina che riusciva soltanto a scalfire le
conseguenze funeste del peccato, inteso come principio o tendenza a peccare
dimorante nel credente. La conseguenza fu il ribaltamento positivo della
condizione spirituale e morale di un popolo tradizionalmente cristiano, che
passò da una fede passiva, di rimessa, che manteneva il credente in una
disperata e snervante lotta contro la propria natura peccaminosa, ad una di
ottimismo, di Grazia impartita trionfante, che poneva il cristiano in una
condizione di ritrovata libertà dalla costrizione a peccare facendogli
riacquisire la sua responsabile dignità di figlio di Dio. La riscoperta
esistenziale del ruolo trionfante della Grazia, che è lo Spirito Santo in
azione, avvenuta in J.Wesley il 24 maggio 1738, fu la rivoluzione copernicana
di tutto il suo pensiero che, pur mantenendo l’asse teologico protestante del
“Sola fide, sola Gratia, Sola Scriptura”, fu innervato e vivificato da una
nuova consapevolezza: l’esperienza personale di una Grazia o Amore divino che
riempie ogni spazio del cuore del credente, lo emancipa dall’asservimento al
peccato inclinandolo al bene ed all’ubbidienza a Dio dandogli conferma della
salvezza e dischiudendogli spazi sempre nuovi di progresso in maturità
spirituale ritmati da momenti di transizione specifici (conversione e intera
santificazione) che contrassegnano e favoriscono il suo cammino di piena
salvezza. Questa non ha rilevanza soltanto intima e personale perché, secondo
il riformatore inglese, non c’è santità, che non sia santità sociale. In J.
Wesley, infatti, l’esteriorizzazione della fede non è un’opzione; l’intima
presenza dello Spirito dominante sul peccato deve incarnarsi in una vita di
amore santo nel credente che “inspira” Grazia santificante ed “espira” santità
di vita al mondo intorno sotto forma di opere di misericordia e di pietà
(spiritualità). In un tempo di polarizzazione del pensiero cristiano, tra
fondamentalismo mistico-carismatico e liberalismo critico-pseudo/ortodosso, la
sintesi wesleyana di “mente e cuore” è una proposta convincente per chi è in
cerca, oggi, di una valida e coerente spiritualità cristiana.
Giovanni
Daniele Cereda, nato a Catania nel 1952, dopo gli studi liceali ha conseguito i
suoi titoli accademici all’ENBC (Diploma in Teologia), Mid-America College
(B.A. in Teologia), Studio S. Paolo (B.S.T. e L.S.T). Sotto la direzione del
Dott. Herbert Mc Gonigle, ha iniziato e svolto gran parte della ricerca
dottorale all’NTC di Manchester ed ha concluso e difeso la sua dissertazione
dal titolo “L’opera dello Spirito Santo nella santificazione del credente. La
Pneumatologia di John Wesley”, sotto la direzione del Dott. Rosario La Delfa,
nella Facoltà Teologica di Sicilia. Attualmente, svolge il ministero pastorale
nella Chiesa del Nazareno di Catania ed è Coordinatore, per il distretto
italiano, degli studi teologici a distanza dell’EuNC, Istituto biblico Europeo
della Chiesa del Nazareno Internazionale.
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