lunedì 1 novembre 2010

In libreria: Gaetano Palazzolo, "La Nuova Palazzata di Messina", Ex Libris


In libreria: Gaetano Palazzolo, "La Nuova Palazzata di Messina. La grande stagione dei Concorsi di architettura in Sicilia tra le due guerre", Edizioni Ex Libris, pp. 94, euro 15

Tra la fine degli anni Venti e la prima metà degli anni Trenta, legata ad una nuova cultura del progetto di stampo nordeuropeo, erede comunque ancora di quella tradizione ottocentesca, distinta in filoni autonomi, tuttavia anocorati ad una “vocazione moderna” del progetto, in Sicilia la nuova stagione dei concorsi d’architettura si apre attraverso la ricerca di nuovi parametri estetici, intesi come manifestazione essenziale del connubio tra colta “tradizione” e la vernacolare “semplicità”. Così, all'interno di un clima culturale eclettico ed eterogeneo, dominato da un lato da un’ideologia filosofica neopositivista, ispirata alle teorie di Johan Friedrick Herbart, che trova espressione nelle grandi figure pedagogiche di Aristide Gabelli e soprattutto di Francesco Orestano, mentre dall’altro dalla filosofia di Giovanni Gentile, nel 1931 il Concorso per la Nuova Palazzata di Messina, segna inevitabilmente l’inizio di un nuovo corso per l’architettura. Fra eclettismo accademico e istanze di radicale rinnovamento legate al razionalismo visionario, infatti, i progetti presentati all’interno del concorso, in un momento determinante per la riaffermazione del ruolo dell’architetto all’interno della ridefinizione e della renovatio delle città degli anni Trenta, raggiungono una perfetta sintesi tra il sistema delle logiche compositive, gli assetti formali-figurativi e le istanze fisiologico-percettive declinate all’interno delle sperimentazioni d’avanguardia, aspirando al raggiungimento della “essenza unitaria della forma”, quale supremo apparato strutturale governato da ineludibili leggi ritmiche.

Gaetano Palazzolo è dottore di ricerca in Storia dell’Architettura e Conservazione dei Beni Architettonici e svolge attività di ricerca in progetti d’ateneo ed interuniversitari su tematiche di architettura ed urbanistica moderna e contemporanea. Ha collaborato al riordino ed alla catalogazione dell’Archivio dei disegni della Dotazione Basile dell’Università di Palermo. Ha pubblicato di recente: La Rinascita di Messina tra “Positivismo” ed “Ermetismo” spirituale, saggio all’interno del volume curato da C. Quartarone, E. Sessa, E. Mauro, Arte e Architettura Liberty in Sicilia edito da Grafill; L’architettura di Giuseppe Samonà a Messina. Dal Concorso per la Nuova Palazzata al Palazzo Littorio, volume edito da Grafill nel luglio del 2010; Il Prato della Valle di Padova e il programma di riforma del giardino pubblico di fine Settecento, saggio all’interno del volume curato da E. Mauro, E.Sessa, Il valore della classicità nella cultura del giardino e del paesaggio.

lunedì 13 settembre 2010

Aperte iscrizioni selezione “Nuovo Almanacco di Poesia”


Sono aperte le iscrizioni per la selezione “Nuovo Almanacco di Poesia” organizzata dalle Edizioni Ex Libris (www.exlibris.in) finalizzata alla pubblicazione di un’antologia poetica. La composizione inedita va inviata, entro il 30/11/2010, per posta a: Edizioni Ex Libris, Casella postale 122, via Rocco Pirri 26, 90123 - Palermo; o via e-mail a: manoscritti@exlibris.in

Per informazioni: info@exlibris.in o cell. 327 9053186.

venerdì 20 agosto 2010

Mondadori salvata dal Fisco: scandalo "ad aziendam" per il Cavaliere


La somma dovuta dall'azienda editoriale: 173 milioni, più imposte, interessi, indennità di mora e sanzioni. Una norma che si somma ai 36 provvedimenti "ad personam" fatti licenziare alle Camere dal premier. Segrate è difesa al meglio: i suoi interessi li cura lo studio tributario di Giulio Tremonti, nel '91 non ancora ministro. Marina Berlusconi mette da parte 8,6 milioni, in attesa delle integrazioni al decreto. Che puntualmente arrivano

di MASSIMO GIANNINI (La Repubblica, 19 agosto 2010)

Sotto i nostri occhi, distolti dalla Parentopoli privata di Gianfranco Fini usata come arma di distruzione politica e di distrazione di massa, sta passando uno scandalo pubblico che non stiamo vedendo. Questo scandalo si chiama Mondadori. Il colosso editoriale di Segrate - di cui il premier Berlusconi è "mero proprietario" e la figlia Marina è presidente - doveva al Fisco la bellezza di 400 miliardi di vecchie lire, per una controversia iniziata nel '91. Grazie al decreto numero 40, approvato dal governo il 25 marzo e convertito in legge il 22 maggio, potrà chiudere la maxi-vertenza pagando un mini-tributo: non i 350 milioni di euro previsti (tra mancati versamenti d'imposta, sanzioni e interessi) ma solo 8,6. E amici come prima.

Un "condono riservato". Meglio ancora, una legge "ad aziendam". Che si somma alle 36 leggi "ad personam" volute e fatte licenziare dalle Camere dal Cavaliere, in questi tumultuosi quindici anni di avventurismo politico. Repubblica ha già dato la notizia, in splendida solitudine, l'11 agosto scorso. Ma ora che il centrodestra discute di una "questione morale" al suo interno, ora che la propaganda di regime costruisce teoremi assolutori sul "così fan tutti" e la macchina del fango istruisce dossier avvelenati sulle compravendite immobiliari, è utile tornarci su. E raccontare fin dall'inizio la storia, che descrive meglio di ogni altra l'enormità del conflitto di interessi del premier, il micidiale intreccio tra funzioni pubbliche e affari privati, l'uso personale del potere esecutivo e l'abuso politico sul potere legislativo.

Il prologo: paura a Segrate

La vicenda inizia nel 1991, quando il marchio Mondadori, da poco entrato nell'orbita berlusconiana, decide di varare una vasta riorganizzazione nelle province dell'impero. Scatta una fusione infragruppo tra la stessa Arnoldo Mondadori Editore e la Arnoldo Mondadori Editore Finanziaria (Amef). Operazioni molto in voga, soprattutto all'epoca, per nascondere plusvalenze e pagare meno tasse. Il Fisco se ne accorge, scattano gli accertamenti, e le Finanze chiedono inizialmente 200 miliardi di imposte da versare. L'azienda ricorre e si apre il solito, lunghissimo contenzioso. Da allora, la Mondadori vince i due round iniziali, davanti alle Commissioni tributarie di primo e di secondo grado. È assistita al meglio: i suoi interessi fiscali li cura, in aula, lo studio tributario di Giulio Tremonti, nel 1991 non ancora ministro delle Finanze (lo diventerà nel '94, con il primo governo Berlusconi). Nell'autunno del 2008 l'Agenzia delle Entrate presenta il suo ricorso in terzo grado, alla Cassazione. Nel frattempo la somma dovuta dall'azienda editoriale del presidente del Consiglio è lievitata: 173 milioni di euro di imposte dovute, alle quali si devono aggiungere gli interessi, le indennità di mora e le eventuali sanzioni. Il totale fa 350 milioni di euro, appunto.

Se la Suprema Corte accogliesse il ricorso, per Segrate sarebbe un salasso pesantissimo. Soprattutto in una fase di crisi drammatica per il mercato editoriale, affogato quanto e più di altri settori dalla "tempesta perfetta" dei mutui subprime che dal 2007 in poi sommerge l'economia del pianeta. Così, nel silenzio che aleggia sull'intera vicenda e nel circuito perverso del berlusconismo che lega la famiglia naturale alla famiglia politica, scatta un piano con le relative contromisure. Che non sono aziendali, secondo il principio del liberalismo classico: mi difendo "nel" mercato, e non "dal" mercato. Ma normative, secondo il principio del liberismo berlusconiano: se dal mercato non mi posso difendere, cambio le leggi. Un "metodo" collaudato, ormai, che anche sul fronte dell'economia (come avviene da anni su quello della giustizia) esige il "salto di qualità": chiamando in causa la politica, mobilitando il partito del premier, militarizzando il Parlamento. Un "metodo" che, nel caso specifico, si tradurrà in tre tentativi successivi di piegare l'ordinamento generale in funzione di un vantaggio particolare. I primi due falliranno. Il terzo centrerà l'obiettivo.

Il primo tentativo: il "pacchetto giustizia"

Siamo all'inverno 2008. Nessuno sa nulla, del braccio di ferro che vede impegnate la Mondadori e l'Amministrazione Finanziaria. Nel frattempo, il 13 aprile dello stesso anno il Cavaliere ha stravinto le elezioni, è di nuovo capo del governo, e Tremonti, da "difensore" del colosso di Segrate in veste di tributarista, è diventato "accusatore" del gruppo, in veste di ministro dell'Economia. Può scattare il primo tentativo. E nessuno si insospettisce, quando nel mese di dicembre un altro ministro del Berlusconi Terzo, il guardasigilli Angelino Alfano, presenta il suo corposo "pacchetto giustizia" nel quale, insieme al processo breve e alla nuova disciplina delle intercettazioni telefoniche, compare anche la cosiddetta "definizione agevolata delle liti tributarie". Una norma stringatissima: prevede che nelle controversie fiscali nelle quali abbia avuto una sentenza favorevole, in primo e in secondo grado, il contribuente può estinguere la pendenza, senza aspettare l'eventuale pronuncia successiva in terzo grado (cioè la Cassazione) versando all'erario il 5% del dovuto. È un piccolo "colpo di spugna", senz'altro. Ma è l'ennesimo, e sembra rientrare nella logica delle sanatorie generalizzate, delle quali i governi di centrodestra sono da sempre paladini. In realtà, è esattamente il "condono riservato" che serve alla Mondadori.

L'operazione non riesce. Il treno del "pacchetto giustizia", che veicola la pillola avvelenata di quello che poi sarà ribattezzato il "Lodo Cassazione", non parte. La dura reazione del Quirinale, dei magistrati e dell'opposizione, sia sul processo breve che sulle intercettazioni, costringe Alfano allo stop. "Il pacchetto giustizia è rinviato al prossimo anno", dichiara il Guardasigilli alla vigilia di Natale. Così si blocca anche la "leggina" salva-Mondadori. Ma dietro le quinte, nei primi mesi del 2009, non si blocca il lavoro dell'inner circle del presidente del Consiglio. Il tempo stringe: la Cassazione ha già fissato l'udienza per il 28 ottobre 2009, di fronte alla sezione tributaria, per discutere della controversia fiscale tra l'Agenzia delle Entrate e l'azienda di Segrate. Così scatta il secondo tentativo. In autunno si discute alla Camera la Legge Finanziaria per il 2010. È il secondo "treno" in partenza, e per chi lavora a tutelare gli affari del premier è da prendere al volo.

Il secondo tentativo: la Finanziaria

Giusto alla vigilia dell'udienza davanti alla sezione tributaria della Suprema Corte, presieduta da un magistrato notoriamente inflessibile come Enrico Altieri, accadono due fatti. Il primo fatto accade al "Palazzaccio" di Piazza Cavour: il 27 ottobre il presidente della Cassazione Vincenzo Carbone (che poi risulterà pesantemente coinvolto nello scandalo della cosiddetta P3) decide a sorpresa di togliere la causa Agenzia delle Entrate/Mondadori alla sezione tributaria, e di affidarla alle Sezioni Unite come richiesto dagli avvocati di Segrate, con l'ovvio slittamento dei tempi in cui verrà discussa. Il secondo fatto accade a Montecitorio: il 29 ottobre, in piena notte, il presidente della Commissione Bilancio Antonio Azzolini, ovviamente del Pdl, trasmette alla Camera il testo di due emendamenti alla Finanziaria. Il primo innalza da 75 a 78 anni l'età di pensionamento per i magistrati della Cassazione (Carbone, il presidente che due giorni prima ha deciso di attribuire la causa Mondadori alle Sezioni Unite, sta per compiere proprio 75 anni, e quindi dovrebbe lasciare il servizio di lì a poco). Il secondo riproduce testualmente la "definizione agevolata delle liti tributarie" già prevista un anno prima dal "pacchetto giustizia" di Alfano. È di nuovo la legge "ad aziendam", che stavolta, con la corsia preferenziale della manovra economica, non può non arrivare al traguardo.

Ma anche questo secondo tentativo fallisce. Stavolta, a bloccarlo, è Gianfranco Fini. La mattina del 30 ottobre, cioè poche ore dopo il blitz notturno di Azzolini, il relatore alla Finanziaria Maurizio Sala (ex An) avverte il presidente della Camera: "Leggiti questo emendamento che consente a chi è in causa con il Fisco e ha avuto ragione in primo e in secondo grado di evitare la Cassazione pagando un obolo del 5%: c'è del marcio in Danimarca...". Fini legge, e capisce tutto. È l'emendamento salva-Mondadori, con la manovra non c'entra nulla, e non può passare. La norma salta ancora una volta. E non a caso, proprio in quella fase, cominciano a crescere le tensioni politiche tra Berlusconi e Fini, che due anni dopo porteranno alla rottura. Ma crescono anche le preoccupazioni di Marina sull'andamento dei conti di Segrate. Per questo il premier e i suoi uomini non demordono, e di lì a poco tornano all'attacco. Scatta il terzo tentativo. Siamo ai primi mesi del 2010, e sui binari di Palazzo Chigi c'è un terzo "treno" pronto a partire. Il 25 marzo il governo vara il decreto legge numero 40. È il cosiddetto "decreto incentivi", un provvedimento monstre, dove l'esecutivo infila di tutto. Durante l'iter di conversione, il Parlamento completa l'opera. Il 28 aprile, ancora una volta durante una seduta notturna, un altro parlamentare del Pdl, Alessandro Pagano, ripete il blitz, e ripresenta un emendamento con la norma salva-Mondadori.

Il terzo tentativo: il "decreto incentivi"

Stavolta, finalmente, l'operazione riesce. Il 22 maggio le Camere convertono definitivamente il decreto. All'articolo 3, relativo alla "rapida definizione delle controversie tributarie pendenti da oltre 10 anni e per le quali l'Amministrazione Finanziaria è risultata soccombente nei primi due gradi di giudizio", il comma 2 bis traduce in legge la norma "ad aziendam": "Il contribuente può estinguere la controversia pagando un importo pari al 5% del suo valore (riferito alle sole imposte oggetto di contestazione, in primo grado, senza tener conto degli interessi, delle indennità di mora e delle eventuali sanzioni)". E pazienza se il presidente della Repubblica Napolitano, poco dopo, sul "decreto incentivi" invia alle Camere un messaggio per esprimere "dubbi in ordine alla sussistenza dei presupposti di straordinaria necessità ed urgenza, per alcune nuove disposizioni introdotte, con emendamento, nel corso del dibattito parlamentare". E pazienza se la critica del Quirinale riguarda proprio quell'articolo 3, comma 2 bis. Ormai il gioco è fatto. Il colosso editoriale di proprietà del presidente del Consiglio è sostanzialmente salvo. Per consentire alla Mondadori di chiudere definitivamente i conti con il Fisco manca ancora un banale dettaglio, che rende necessario un ultimo passaggio parlamentare. Il decreto 40 non ha precisato che, per considerare concluso a tutti gli effetti il contenzioso, occorre la certificazione da parte dell'Amministrazione Finanziaria.

Per questo, nel bilancio semestrale 2010 del gruppo di Segrate, presentato il 30 giugno scorso, Marina Berlusconi fa accantonare "8.653 migliaia di euro relativi al versamento dell'importo previsto dal decreto legge 25 marzo 2010, numero 40" sulla "chiusura delle liti pendenti", e fa scrivere, a pagina 61, al capitolo "Altre attività correnti": "Pur nella convinzione della correttezza del proprio operato, e con l'obiettivo di non esporre la società a una situazione di incertezza ulteriore, sono state attuate le attività preparatorie rispetto al procedimento sopra richiamato. In particolare si è proceduto all'effettuazione del versamento sopra richiamato. Nelle more della definizione del quadro normativo, a fronte dell'introduzione di specifiche attestazioni da parte dell'Amministrazione Finanziaria previste nelle ultime modifiche al decreto, e tenuto anche conto del fatto che gli atti necessari per il perfezionamento del procedimento e l'acquisizione dei relativi effetti non sono stati ancora completati, la società ha ritenuto di iscrivere l'importo anticipato nella posta in esame...". Ricapitolando: la Mondadori mette da parte poco più di 8,6 milioni di euro, cioè il 5% dei 173 che avrebbe dovuto al Fisco (al netto di sanzioni e interessi), in attesa di considerare perfezionato il versamento al Fisco in base alle ultime integrazioni al decreto che saranno effettuate in Parlamento. E le integrazioni arrivano puntuali, alla Camera, il 7 luglio: nella manovra 2011 il relatore Antonio Azzolini (ancora lui) inserisce l'emendamento finale: "L'avvenuto pagamento estingue il giudizio a seguito dell'attestazione degli uffici dell'Amministrazione Finanziaria comprovanti la regolarità dell'istanza e il pagamento integrale di quanto dovuto". Ci siamo: ora il "delitto" è davvero perfetto. La Mondadori può pagare pochi spiccioli, e chiudere in gloria e per sempre la guerra con l'Erario, che a sua volta gliene da atto rilasciandogli regolare "quietanza".

L'epilogo: una nazione "ad personam"?

Sembra un romanzaccio di fanta-finanza o di fanta-politica. È invece la pura e semplice cronaca di un pasticciaccio di regime. Nel quale tutto è vero, tutto torna e tutto si tiene. Stavolta Berlusconi non può dire "non mi occupo degli affari delle mie aziende": non è forse vero che il 3 dicembre 2009 (come riportato testualmente dalle intercettazioni dell'inchiesta di Trani) nel pieno del secondo tentativo di far passare la legge "ad aziendam" dice al telefono al commissario dell'Agcom Giancarlo Innocenzi "è una cosa pazzesca, ho il fisco che mi chiede 900 milioni... De Benedetti che me li chiede ma ha già avuto una sentenza a favore, 750 milioni, pensa te, e mia moglie che mi chiede 90 miliardi delle vecchie lire all'anno... sono messo bene, no?". Stavolta Berlusconi non può dire che Carboni, Martino e Lombardi sono solo "quattro sfigati in pensione": non è forse vero che nelle 15 mila pagine dell'inchiesta delle procure sulla cosiddetta P3 la parola "Mondadori" ricorre 430 volte (insieme alle 27 in cui si ripete la parola "Cesare") e che nella frenetica attività della rete criminale creata per condizionare i magistrati nell'interesse del premier sono finiti sia il presidente della Cassazione Carbone (cui come abbiamo visto spettava il compito di dirottare alle Sezioni Unite la vertenza Mondadori-Agenzia delle Entrate) sia il presidente dell'Avvocatura dello Stato Oscar Fiumara (cui competeva il necessario via libera a quel "dirottamento"?).

È tutto agli atti. Una sola domanda: di fronte a un simile sfregio delle norme del diritto, un simile spregio dei principi del mercato e un simile spreco di denaro pubblico, ci si chiede come possano tacere le istituzioni, le forze politiche, le Confindustrie, gli organi di informazione. Possibile che "ad personam", o "ad aziendam", sia ormai diventata un'intera nazione?

LIBRI: ESCE IN FRANCIA IL BREVIARIO DELL'ORGASMO FEMMINILE


(ANSA) - PARIGI, 19 AGO - Il 61% delle donne francesi e belghe simula l'orgasmo, e molte di loro hanno ancora numerose lacune nella conoscenza delle proprie zone erogene. Lo rivela 'Le secret des femmes. Voyage au coeur du plaisir et de la jouissance', un breviario dell'orgasmo femminile che unisce testimonianze, sondaggi e un manuale con i segreti e i meccanismi del piacere, in uscita in Francia la prossima settimana per le edizioni Odile Jacob. Il settimanale Le Nouvel Observateur gli dedica la copertina e un ampio servizio interno in cui pubblica qualche estratto.
Secondo gli autori, la giornalista scientifica Elisa Brune e il dottor Yves Ferroul, 'fin dall'antichita' in certe tradizioni orientali o nelle popolazioni primitive l'orgasmo femminile era incoraggiato. In Occidente invece e' sempre stato visto con sospetto'. Il loro libro vuole sfidare i tabu': 'Molte donne fanno ancora fatica ha raggiungere l'orgasmo - spiegano -: pensano per luoghi comuni e non si conoscono'.
Il libro comincia dalla storia, per poi passare alle 'istruzioni per l'uso', quindi alle testimonianze delle 314 donne che hanno risposto a 50 domande messe in rete dagli autori e che sono servite come base per il sondaggio. (ANSA).

PATRIZIA D'ADDARIO, ALLA RIBALTA DOPO NOTTE CON PREMIER/ANSA

PER ESCORT BARESE FAMA E LIBRI, MA ANCHE DENUNCE E GUAI (ANSA) - ROMA, 19 AGO - Si torna a parlare di Patrizia D'Addario, l'escort barese che ha guadagnato notorieta' mondiale l'estate scorsa dopo il racconto di una notte passata a Palazzo Grazioli con il premier Silvio Berlusconi. Questa volta la donna ha denunciato un tentativo di violenza sessuale.
La 'bomba' D'Addario scoppia nel giugno dello scorso anno. La procura di Bari ha aperto un'inchiesta su un giovane imprenditore nel campo della sanita', Giampaolo Tarantini, intercettato mentre parlava di un giro di squillo che avrebbe inviato nelle residenze di Berlusconi. Tra le donne ascoltate dalla procura c'e' proprio l'escort barese, alta, bionda, 42 anni, una figlia quindicenne. Un passato di piccolo cabotaggio nel sottobosco dello spettacolo. E un tentativo recente di buttarsi in politica grazie all'illustre nuova conoscenza.
Depennata pero' dalle liste delle candidature europee del Pdl a seguito dello scandalo delle 'veline', trova posto nel listino 'La Puglia prima di tutto' al Comune di Bari. Ma raccoglie pochissimi voti e decide di raccontare la sua verita' al Corriere della sera.
D'Addario in seguito non si limita al racconto, con dovizia di particolari (dal 'lettone di Putin' alle 'docce') della notte passata con Berlusconi: era quella dell'elezione di Barack Obama alle presidenziali Usa. Fornisce anche l'audio di alcuni colloqui con il premier registrati in quell'occasione all'insaputa di quest'ultimo. E' il caso che ha tenuto banco per tutta l'estate del 2009. Una celebrita' e' nata: interviste a giornali e televisioni di tutto il mondo, tournee' all'estero, apparizioni ben pagate in discoteche e locali. Ed anche un libro dal titolo birichino - 'Gradisca, presidente' - e dal sottotitolo gradasso: 'Tutta la verita' della escort piu' famosa al mondo'. Non poteva naturalmente mancare il sito internet, in italiano ed in inglese, in cui si spiega che e' possibile richiedere la disponibilita' della donna 'per ospitate, interventi televisivi o come testimonial. Ha pronto uno show di 10 minuti nel quale canta un suo nuovissimo brano dance e si esibisce in un numero di illusionismo'.
Tra un libro ed un disco, tra un'intervista ed un'ospitata, in questi anni anni Patrizia D'Addario e' stata praticamente di casa nelle procure: tante le denunce fatte e anche subite. Deve, tra l'altro, rispondere di minacce a pubblici ufficiali, calunnia e rifiuto di fornire indicazioni sulla propria identita' personale: tento' infatti di impedire a due agenti di polizia a rimozione forzata della sua auto parcheggiata in sosta vietata in una centralissima via di Bari.
Prima di oggi, l'ultima apparizione pubblica rilevante della escort-scrittrice-cantante risale allo scorso 1 luglio: era in piazza Navona alla manifestazione indetta dalla Fnsi contro il ddl sulle intercettazioni, la cosiddetta legge-bavaglio. In quell'occasione annuncio' l'uscita di un nuovo libro con 'altre verita''. La storia, non c'e' da dubitare, continua. (ANSA).

NE 19-AGO-10 18:56 NNNN


LETTERATURA: MORTO EFRAIM SEVELA, SCRITTORE RUSSO-ISRAELIANO =

(AGI/AFP) - Mosca, 19 ago. - E' morto all'eta' di 82 anni Efraim Sevela, lo scrittore, regista e sceneggiatore russo-israeliano che nel 1971 partecipo' all'occupazione del Soviet supremo di Mosca. Nato in Bielorussia, Efim Drabkin (questo il suo vero nome) negli anni '70 emigro' in Israele dove partecipo' alla Guerra del 1973, ma in seguito fu accusato di essere un nemico del popolo ebraico. Durante la perestrojka torno' in Russia e diresse alcuni film di successo come "Notturno di Chopin". Tra i suoi libri, "Leggende di Via degli invalidi". (AGI) Sar 192153 AGO 10

Apc-Scuola/ Caro libri,Codacons avvia servizio testi gratis internet

Sito associazione fa da filtro per scambio o regalo volumi usati

Roma, 20 ago. (Apcom) - Torna su internet l'iniziativa del Codacons per combattere il caro-libri: collegandosi al sito "Libri gratis" (www.codacons.net/librigratis) gli studenti hanno la possibilità di comunicare, anche se non si conoscono e distanti tra loro, scambiando o regalando libri di testo usati.
Il servizio potrebbe rivelarsi molto utile alle famiglie, anche in virtù degli aumenti del 5% annunciati ieri dalla Federconsumatori, che alle superiori avrebbero portato la spesa media a 468 euro a studente.

"Chiunque in tutta Italia possieda un testo scolastico e sia intenzionato a regalarlo o a scambiarlo con un altro libro - si legge nel sito Codacons - può accedere gratuitamente a questo servizio specificando il testo che si intende cedere (titolo, autore, edizione, ecc.), eventuali libri ricercati per scambio, e lasciando i propri riferimenti. In tal modo sarà possibile creare una rete dove i cittadini autonomamente potranno contattarsi e scambiare libri di testo, risparmiando notevolmente in vista del nuovo anno scolastico".

Secondo l'associazione la procedura di scambio dei libri di testo tramite internet sarebbe avallata anche dalle direttive più recenti che regolano la materia. "L'attuale normativa - sostiene l'associazione pro-consumatori - prevede che già dall'anno scolastico 2008/2009 gli studenti hanno diritto a scaricare gratis da internet i libri on-line, laddove un testo si trovi legalmente su internet, lo studente può farne copia gratis.
Fintanto che dal governo non arriva una risposta chiara su cosa prevede questa normativa procediamo a servire gli interessi della gente senza piegarci alle intimidazioni degli editori e nel futuro segnaleremo ai cittadini dove si trovano pubblicati libri on-line". L'unica raccomandazione del Codacons, a studenti o genitori che `scaricano' tramite il sito i libri scolastici, è "di pagare i diritti di autore se previsti dalla legge".

Sulla materia è intervenuto pure il Miur, con la circolare n. 16 del 10.02.09, nella quale è stato specificato che `gli studenti accedono ai testi disponibili tramite internet, gratuitamente o dietro pagamento a seconda dei casi previsti dalla normativa vigente.' Viale Trastevere ha inoltre inserito alcuni vincoli cui attenersi per la scelta dei libri di testo da parte del collegio dei docenti: "si tratta - ha specificato l'organismo di tutela dei consumatori - della progressiva transizione ai libri di testo on line o in versione mista in relazione alla disponibilità di proposte editoriali".

Negli anni passati l'iniziativa del Codacons ha trovato l'opposizione delle case editrici: la Mondadori e l'Associazione italiana editori, in particolare, hanno inviato delle diffide all'associazione. In quella prodotta dal legale dell'Aie, si sottolineava "l'illiceità, in sede sia civile che penale, della riproduzione e messa a disposizione del pubblico delle opere protette dal diritto d'autore, in assenza di specifica autorizzazione da parte dell'avente diritto".

Alg

Le Edizioni Ex Libris cercano nuovi autori




Hai un libro nel cassetto che vuoi pubblicare? Le Edizioni Ex Libris cercano opere inedite di poesia, saggistica o narrativa (romanzi o raccolte di racconti). Inviaci il tuo testo insieme ai tuoi dati (nome, cognome, indirizzo e recapito telefonico) al seguente indirizzo: Edizioni Ex Libris, Casella postale 122, via Rocco Pirri 26, 90123 - Palermo; o via e-mail a: manoscritti@exlibris.in

Gli autori delle opere ritenute idonee per la pubblicazione riceveranno una proposta editoriale. I dattiloscritti non saranno restituiti. Tutti i nostri volumi hanno codici Isbn, bollini Siae, codici a barre e vengono distribuiti attraverso il circuito di EdiQ. Per informazioni: info@exlibris.in o cell. 327 9053186

Pubblica la tua tesi di laurea. Falla diventare un vero libro.


Le Edizioni Ex Libris selezionano per la nuova collana “Accademia” tesi di laurea già discusse o da discutere. Inviaci il tuo testo, insieme ai tuoi dati (nome, cognome, indirizzo e recapito telefonico) al seguente indirizzo: Edizioni Ex Libris, Casella postale 122, via Rocco Pirri 26, 90123 - Palermo; o via e-mail a: manoscritti@exlibris.in
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giovedì 10 giugno 2010

AAA Autori esordienti cercasi


Sei un autore esordiente? Hai un libro nel cassetto che vuoi pubblicare? Le Edizioni Ex Libris ti aiutano a realizzare il tuo sogno. Le Edizioni Ex Libris cercano opere inedite di poesia, saggistica o narrativa (romanzi o raccolte di racconti). Inviaci il tuo testo, insieme ai tuoi dati (nome, cognome, indirizzo e recapito telefonico) al seguente indirizzo: Edizioni Ex Libris, Casella postale 122, via Rocco Pirri 26, 90123 - Palermo; o via e-mail a: manoscritti@exlibris.in

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giovedì 13 maggio 2010

FIERA DEL LIBRO, EDITORI GUARDANO AL MERCATO USA




(9Colonne) Torino, 13 mag - L'editoria libraria italiana a confronto con quella statunitense. Nasce come grande occasione di confronto e di scambio il convegno "L'editoria italiana negli Usa: come affrontare il mercato, quali le opportunità per le case editrici italiane", in programma oggi, alle 17.30, al Salone internazionale del libro di Torino. All'appuntamento - a cura dell'Istituto nazionale per il Commercio Estero (Ice) in collaborazione con l'Associazione Italiana Editori (Aie) - interverranno, introdotti dai saluti del presidente di Aie Marco Polillo, Marco Ausenda (Rcs Libri), Jonathan Burnham (Harper Collins, Usa), Sandro Ferri (E/O), Tina Jordan (The Association of American Publishers, Usa), Anna Knutson (Maria B. Campell Associates, Usa), Patrick Nolan (Penguin Group, Usa), Chad Post (Three Percent Press, Usa), Marco Vigevani (Marco Vigevani Agenzia Letteraria). Il mercato americano, come tutti i mercati in lingua inglese e quindi a vocazione internazionale, è oggi quello più importante per tutte le editorie europee.Purtroppo l'editoria italiana, anche se ha aumentato il numero di titoli di cui ha ceduto i diritti, dai 123 del 2001 ai 150 del 2008, continua a essere fortemente tributaria nell'acquisizione dei diritti, che passano, nello stesso arco di anni, da 1832 a 2790. "A invertire questo quadro - si legge nella presentazione del convegno - non può essere un solo paese o una sola editoria, che comunque è oggi la sesta-settima nel mondo, ma servono interventi di geo-politica internazionale che vedano coinvolte le maggiori editorie italiane ed europee oppure interventi coraggiosi e innovativi, come quelli svolti da alcuni editori che hanno aperto una loro casa editrice negli Stati Uniti per produrre e vendere il loro catalogo e quello di altri piccoli editori italiani".(grm) 130957 MAG 10

mercoledì 12 maggio 2010

SALONE LIBRO: ISTAT;CRESCONO LETTORI, 25,3 MLN NEL 2009/ANSA





AL TOP SEMPRE IL TRENTINO, DONNE IN PRIMA FILA (ANSA) - ROMA, 12 MAG - Crescono i lettori in Italia e superano la soglia dei 25 milioni (25 milioni 349 mila per la precisione) pari al 45,1% della popolazione contro il 44% di un anno fa. E a leggere sono soprattutto le donne, ancor di più se giovani e laureate, mentre diminuiscono ma rimangono le distanze tra Nord e Sud, con il Trentino Alto Adige sempre al top, che quasi doppia la Sicilia. E' la fotografia che emerge dai dati sulla lettura 2009 che l'Istat ha ricordato oggi, a poche ore dall'apertura del Salone del libro di Torino, fornendo ulteriori elementi.
Il lettore-tipo del primo decennio del nuovo millennio, sottolinea l'istituto di ricerca, e' donna (legge il 51,6% rispetto al 38,2% degli uomini), giovane (legge oltre il 50% nella fascia 6-24 anni, il 64,7% tra gli 11-14 anni), vive al nord (più del 51,8% rispetto al 34,6% del Mezzogiorno), ha un alto titolo di studio (laureati oltre il 79,5%) o un'elevata posizione sociale.
La ricerca - dopo aver definito 'lettori deboli' coloro che hanno letto al massimo 3 libri nei 12 mesi precedenti l'intervista e 'lettori forti' coloro che hanno letto 12 o più libri nello stesso arco temporale - evidenzia che i lettori di libri sono fondamentalmente 'deboli': il 44,9% ha infatti dichiarato di aver letto fino a 3 libri nell'ultimo anno, mentre solo il 15,2% ne ha letti 12 o più.
I lettori deboli sono soprattutto maschi (48,1%), bambini e ragazzi fino a 14 anni (più del 48%), persone con 75 anni e più (49,5%), persone con la licenza media o titolo inferiore (più del 50%), operai (55,3%), persone in cerca di prima occupazione e casalinghe (oltre il 51%), residenti nelle regioni meridionali (57,6%).
Le quote maggiori di lettori forti si riscontrano, invece, tra le persone di 65-74 anni (19,8%), tra le donne (16%), con un picco tra quelle di 65-74 anni (22,1%), tra i laureati (24,4%) e tra dirigenti, imprenditori e liberi professionisti (19,8%) e i ritirati dal lavoro (18,7%). A livello geografico le quote più alte di lettori forti si riscontrano nel Nord-ovest (19,5%) e nel Nord-est (18,3%).
Nel 2009 l'89,2% delle famiglie dichiara di possedere libri in casa: il 62,5% ne ha al massimo 100 (il 28,9% fino a 25 libri, il 33,6% da 26 a 100 libri), poco più di un quarto più di 100 (26,7%), mentre il 10,3% (pari a 2 milioni e 474 mila famiglie) non ne possiede affatto. La regione con la percentuale più alta di famiglie che non possiedono in casa alcun libro è la Sicilia (20,2%), seguita dalle regioni meridionali nel loro complesso (15,0%), mentre nelle regioni del Centro-nord tale quota non raggiunge il 9%. Se si tiene conto della consistenza delle biblioteche domestiche, le quote maggiori di famiglie con oltre 100 libri in casa si riscontrano nel Centro-nord, dove più del 29% delle famiglie residenti possiedono 100 o più libri, mentre nel Sud tale quota scende sotto il 19%. Friuli-Venezia Giulia (36,6%), Emilia-Romagna (33,4%) e Sardegna (32,9%) sono le regioni con le più alte percentuali di famiglie con più di 100 libri in casa. (ANSA).

giovedì 25 febbraio 2010

Arriva in libreria - Davide Romano, Uno spettro s'avanza. Globalizzazione, mafie, diritti e nuova cittadinanza, Edizioni Ex Libris, pp. 128, euro 8


In libreria il volume di Davide Romano, Uno spettro s’avanza… Globalizzazione, mafie, diritti e nuova cittadinanza”, Edizioni Ex Libris, pp. 128, euro 8

Presentazione
di Paolo Ferrero, segretario nazionale Prc
e portavoce nazionale della Federazione della sinistra,

Il valore particolare di questo agile volume di Davide Romano sta proprio nella capacità di sintesi di cui l’autore fa mostra nell’affrontare press’a poco tutti i problemi fondamentali della nostra epoca: una capacità di sintesi che rende molto efficace la descrizione, la diagnosi e l’indicazione delle possibili soluzioni delle numerose difficoltà che la società e la politica si trovano oggi a fronteggiare.
I processi di globalizzazione e di nuova territorializzazione, e la conseguente crisi degli Stati nazionali, sono posti lucidamente alla base della necessità di ripensare la democrazia sia nel rapporto paritetico tra grandi aggregati sovranazionali (Europa, Nordamerica, America latina...) che nella ridefinizione della città come nuovo luogo della partecipazione civile..
La doppia sfida delle nuove (e diffusissime) povertà e della sostenibilità ambientale del presente modello di sviluppo, viene efficacemente presentata come la matrice della drammatica urgenza dei nostri problemi.
La diffusione globale e locale dell’«economia criminale», e quindi delle mafie, viene giustamente enfatizzata come cifra di uno sviluppo economico del tutto sregolato che, esaltato dalla guerra permanente, fa sì che la politica divenga diretta rappresentante del crimine (andando quindi ben oltre il classico rapporto di “scambio politico”) e giunge a creare, in particolare nelle zone di più acuto conflitto, dei veri e propri “stati-mafia”.
Insomma: tutte o quasi le nostre questioni essenziali sono tratteggiate da Romano in modo da renderne immediatamente percepibili, e quasi tangibili, le dimensioni e la gravità.
Questa sobria capacità di racconto non impedisce all’autore brevi ma istruttivi “affondi” nei dettagli.
È il caso dell’analisi della legislazione e della prassi amministrativa in materia di confisca e riconversione sociale dei beni sequestrati alle organizzazioni criminali. Qui, la minuziosa descrizione dell’evoluzione della normativa (e della sua attuazione) riesce a rendere conto sia degli ostacoli che via via si frappongono alla sua piena efficacia, sia della massa di competenze tecniche, amministrative e sociali che dovrebbero essere mobilitate per esaltare questa efficacia stessa, sia dell’importante valore simbolico e materiale dell’utilizzo dei beni confiscati al fine di ricostruire (e non di distruggere, come vorrebbero le mafie) nuovi e più saldi legami sociali e civili.
Ed è il caso dell’attenzione che l’autore, assai sensibile alle tematiche religiose, dedica al rapporto tra Islam ed economia, territorio assai poco frequentato dalla nostra cultura. Con sguardo reso acuto dalla curiosità intellettuale e dall’assenza di pregiudizi, vengono individuati i tratti fondamentali della “virtuosa economia” dell’Islam, e messe in luce nozioni ignote ai più, come la “tassa islamica” sulle ricchezze inutilizzate, o il divieto della riba (ossia dell’interesse tratto dalla pura attività speculativa). Nozioni che possono spiegare le particolarità di quella dottrina economica, e quindi sia alcuni suoi limiti ed incongruenze, sia il suo apporto al radicamento sociale di un orientamento religioso la cui diffusione viene troppe volte spiegata, dalla nostra mentalità occidentale, col facile ricorso alla categoria dell’«arretratezza» (mentre Romano invita a coglierne la relazione con alcune delle più avanzate pratiche di economia alternativa, come quella del microcredito).
Ma il tema principale del libro, il leit motiv di tutte le sue diverse argomentazioni, è senz’altro quello della democrazia e delle sue nuove forme, una democrazia che diviene la base di quell’umanesimo in cui Romano vede la vera missione dell’Europa del XXI secolo. E nel delineare questa democrazia Romano attinge sia alla più alta tradizione liberale, valorizzando al massimo il ruolo della divisione dei poteri, sia all’apporto del pensiero del movimento operaio in materia di democrazia sostanziale, sia ai motivi più attuali d’una cittadinanza partecipata capace di esercitare una decisione democratica su tutti i più rilevanti punti della convivenza sociale: dalle scelte economiche a quelle ambientali, dalla distribuzione della ricchezza alla gestione di una sicurezza che, se deve divenire, per l’autore, un diritto di rango costituzionale, deve però essere declinata, contemporaneamente, nelle forme dell’efficace politica di contrasto e della costruzione di quei legami sociali che della sicurezza sono precondizione e contenuto. Un approccio particolarmente interessante, quest’ultimo, ad un problema tanto strumentalizzato (e spesso aggravato) dalla destra, quanto ignorato o sottovalutato da ciò che resta della sinistra: prendere sul serio la questione della sicurezza e, nello stesso tempo, modificarne i termini rispetto alle correnti semplificazioni, è senz’altro una delle chiavi per rispondere al grave imbarbarimento del nostro discorso pubblico.
Particolarmente interessanti, infine, e sempre in tema di democrazia, sono le osservazioni offerteci da Romano sul delicato tema della riforma della politica. Qui, come altrove, l’autore non si concede scorciatoie, sia perché chiama in causa anche i movimenti e le associazioni (che, pure, in questi anni hanno mostrato una vitalità spesso assai superiore a quella dei partiti), avvertendoli della necessità di non cullarsi nell’illusione di essere sempre e comunque portatori di innovazione, sia perché non si associa al coro dei liquidatori dei partiti e, forse proprio per questo, indica con rigore le vie di una loro possibile autoriforma. A chi è impegnato nei partiti, infatti, Romano non rivolge generici richiami all’apertura ed al rinnovamento, non chiede semplicemente di “farsi da parte” e di delegare alla società un numero crescente di funzioni, ma suggerisce modifiche radicali proprio nei punti più sensibili, e più importanti al fine di un effettivo rilancio del ruolo dei partiti stessi: i processi di formazione dei gruppi dirigenti, la capacità di definizione programmatica, l’efficacia e la democraticità della struttura organizzativa. Così, entrando nel “cuore” del funzionamento dei partiti, la critica di Romano non si confonde con le ricorrenti demolizioni che, non a caso, distruggono ciò che vi era di “popolare” nei partiti stessi e favoriscono la formazione di strutture leaderistiche e populistiche, ma tenta di disegnare l’immagine di organismi politici forti e adeguati ai mutamenti, capaci di stare al passo con le dinamiche della cittadinanza partecipata, e di sollecitarle.
“È ora di tornare all’impegno politico”, ci dice l’autore: ed è chiaro che l’impegno di cui parla è quello di estendere, rinnovare, rendere più democratiche ed efficaci tutte le forme d’azione oggi presenti, da quelle più tradizionali a quelle che movimenti ed associazioni hanno tumultuosamente sperimentato negli anni più recenti. È l’impegno, a cui tutti siamo sollecitati, a non fare “per” i cittadini, ma “con” essi.
Insomma, le osservazioni di Romano mostrano ad un tempo una realistica comprensione dei limiti attuali della politica ed una sostanziale fiducia nel positivo ruolo di una politica rinnovata: pregio non ultimo di un libro la cui essenzialità è, con tutta evidenza, la concretizzazione di una intensa e lucida passione civile.

Paolo Ferrero, segretario nazionale Prc


Prefazione

C’e un magico filo rosso che lega gli articoli, tratti da Viator lungo un percorso di 4 anni, che compongono questo libro: il lettore non ci metterà molto a scovarlo e ad apprezzarlo. A me tocca l’onore di fargliene sentire sommessamente il profumo e indurlo a provarne il desiderio come nelle case inebriate dagli aromi di succulenti sughi, anticipatori di prelibatezze, che esperti cuochi assemblano per sollecitare sopìti appetiti.
Qualche indizio lo possiamo ovviamente scorgere nel titolo e nel sottotitolo, ispirati da carichi da undici, con concetti assoluti come democrazia, umanesimo, diritti dei cittadini. Come se l’Autore avvertisse un pericolo, un disagio, come se si chiedesse a che punto siamo con l’applicazione delle regole democratiche, con la centralità della persona, con la salvaguardia delle spettanze della comunità. Ed ecco prendere corpo l’individuazione della malattia e della sua cura:

“Le democrazie rischiano in sostanza di chiudersi sul versante dei diritti e di lasciare ai soggetti forti dell’economia campo libero nel gestire sempre più spazi di vita, di socialità e di organizzazione politica. È decisivo pertanto trasformare le nostre democrazie, ripensarle radicalmente per verificarne i contenuti di fondo e per rivederne i meccanismi decisionali e partecipativi”.

Riflessioni profonde: come non essere d’accordo, in tempi in cui la politica è degradata a controfigura di se stessa e i giochetti finanziari mondiali agonizzano? Ripensare la democrazia e la sua inspiegabile e drammatica capacità di generare guerre (USA docet), le dinamiche partecipative, la formazione del consenso, l’attenzione alla dimensione solidale e nonviolenta, la salvaguardia dei diritti umani, minacciati da chi li vuole penalizzare o addirittura negare: di tutto questo dovrebbe essere animato il dibattito all’interno della società civile, di tutto questo dovrebbero essere composti gli ordini del giorno sparpagliati sui tavoli di dialogo.
Il filo rosso si dipana sulla denuncia del nostro modo di vivere, di consumare, di atteggiarci a tronfi ospiti di un mondo che non c’è quasi più, depauperato e degradato, senza più energia né futuro, sulla necessità di trovare rapidamente una soluzione vitale che sostenga il pianeta. Se fossero in forma a questo dovrebbero servire la democrazia e la politica matura, a trovare soluzioni, soluzioni vantaggiose per tutti, e non per qualcuno soltanto. E soprattutto ad individuare quelle finalità delineate da “un orizzonte di valori condivisi, fondati sul riconoscimento dei diritti inviolabili della persona” e garantite dalle risorse messe a disposizione dall’economia. Ma sia l’economia che la politica nella sua applicazione democratica stanno vivendo un periodo che tradisce le caratteristiche tipiche “della fase finale”, assalite la prima dalla crisi del capitalismo e dalle sue perverse finzioni e la seconda da una crisi di identità.
Dimostra di saperlo bene Romano quando sottolinea a più riprese il giudizio sul capitalismo riconoscendo che non ha cambiato la sua natura disumana solo perché ha storicamente trionfato sul comunismo. Il sistema delle libertà economiche ha prodotto ricchezza per pochi e povertà per molti. Occorre, scrive Romano, recuperare un «humus etico-politico-culturale che va ricoltivato sia in termini comunitari che individuali. C’è una “questione morale” (non uccidere, non rubare, non mentire) da mettere alla base di ogni scelta politica od opzione culturale».
E fa bene l’Autore a lamentarsi del silenzio che circonda questa fondamentale necessità, un silenzio alimentato anche da chi dovrebbe invece combatterlo, come la Chiesa di Ratzinger, combattuta tra il desiderio di una nuova era e la difesa di posizioni di retroguardia conservatrice. I veri cristiani hanno il compito di alimentare la rete connettiva fra ideali e prassi, impegno derivante da una coscienza di valori morali intangibili, fondamentale nel combattere “la resistenza all’overdose di realismo dei mercanti che ostacola ogni vera profezia sul mondo”.
Sono tanti i punti toccati dalle lucide analisi dell’Autore, dall’accesso all’informazione alla normativa dei brevetti, dalla lotta strutturale contro l’Aids alla distribuzione delle risorse. Comun denominatore quello di “essere dalla parte della soluzione” e non del problema, di dare il proprio contributo a migliorare una società in asfissia. Il cinico obietterà che non sarà certo un saggio (nella duplice accezione di aggettivo e sostantivo…) a cambiare le cose ma Davide Romano è intenzionato a fare interamente il suo dovere di rabdomante di acqua nuova. Come nel caso in cui suggerisce soluzioni per ripensare anche la città ed un nuovo concetto di cittadinanza al passo delle nuove e diversificate esigenze sociali, con l’obiettivo di fronteggiare un conservatorismo di ritorno, intriso di “strabismo”: da una parte pretende una “tolleranza zero” con i responsabili dei reati contro il patrimonio, quasi sempre appartenenti a strati sociali modesti, e dall’altra consente una “tolleranza mille” verso i reati di tipo finanziario, ben più rilevanti e vigliacchi.
Occorre dunque una nuova formulazione del welfare locale che aiuti a superare il disagio delle città e soprattutto delle periferie gestite spesso con noncuranza dalle amministrazioni locali alle quali si “accompagna un’azione di governo che, se da un lato pone in essere politiche fiscali vantaggiose per i più privilegiati, dall’altro taglia sistematicamente le risorse destinate a rilanciare lo sviluppo delle zone depresse delle città e a salvaguardare lo stato sociale”.
Ma non tutto è opaco: da cuore sensibile ed attento osservatore del fenomeno mafioso l’Autore ci regala un sorriso proprio nella ruga più profonda e devastante della società. Nelle due riflessioni dedicate alla mafia sono nascoste un’illuminazione ed una constatazione. La prima è legata alla consapevolezza che la lotta alla criminalità organizzata viva soprattutto di due ingredienti base: la legalità e lo sviluppo, armonizzati insieme per originare una nuova società e, con essa, una partecipazione attiva dei cittadini organizzati lecitamente e orientati a favorire una nuova cultura che alimenti la stessa base e il vertice.
La seconda si riferisce al successo ottenuto dall’aggressione ai patrimoni delle mafie: l’efficacia del loro utilizzo produttivo e sociale costituisce una delle più significative vittorie che il nostro sistema democratico è riuscito a conseguire nel contrasto alla criminalità organizzata; il modello della trasformazione dalle dinamiche del Male a quelle del Bene rappresenta, sia a livello sostanziale che a livello educativo e simbolico, l’icona profetica della possibilità redentrice dell’Oscurità.

Daniele Gallo, direttore responsabile del mensile di ispirazione cristiana Viator

venerdì 19 febbraio 2010

E-BOOK: AMAZON LANCIA KINDLE SUL BLACKBERRY =





(AGI/REUTERS) - New York, 19 feb. - Continua ad espandersi il mercato degli e-book: Amazon, il piu' grande negozio on line di libri, ha lanciato la nuova applicazione che consentera' di leggere in formato Kindle - il lettore di libri digitale - per garantire l'accesso a oltre 420 mila libri ai possessori di Blackberry. Al momento, l'applicazione e' consentita solo agli utenti negli Stati Uniti ma ben presto, si espandera' anche nel Vecchio Continente. Ogni libro Kindle sara' acquistabile inizialmente per circa 9 dollari, e si potra' scaricare da Internet e leggerlo, appunto, sul proprio palmare.

TOKYO, "L'ITALIA NEI LIBRI GIAPPONESI" ALLA SECONDA EDIZIONE






Tokyo "L'Italia nei libri giapponesi". Parte a Tokyo nel mese di marzo la seconda edizione dell'esposizione di libri giapponesi sull'Italia. Rispetto allo scorso anno, la manifestazione, organizzata dall'Istituto italiano di cultura di Tokyo, si svolgerà durante un periodo di tempo più lungo, dal 26 marzo all'11 aprile, e prevede l'esposizione di una quantità maggiore di volumi su arte, architettura, storia, letteratura e tante altre tematiche. Nella precedente edizione, delle oltre settecento pubblicazioni in esposizione solo un centinaio erano in vendita, mentre quest'anno saranno quasi tutti acquistabili e sarà possibile comprare anche cd e dvd. In occasione de "L'Italia nei libri giapponesi", verrà organizzata anche una mostra speciale sulla collezione su Luchino Visconti di Kazuhiro Yanagisawa, il più grande studioso giapponese del regista italiano. Attraverso le opere in esposizione sarà possibile seguire la storia di Visconti in Giappone. Nell'ambito della mostra speciale, verranno proiettati anche alcuni film diretti da Visconti come "Ossessione" e "L'innocente".